GEOSITO Salse di Regnano

I geositi sono luoghi che presentano aspetti geologici di rarità e unicità, restituendo informazioni fondamentali per la conoscenza del territorio: formazioni rocciose, rupi, cascate, gessi, calanchi, meandri, cave, valli, grotte, miniere, sorgenti, foci, … sono solo alcuni esempi di elementi catalogati come “geositi”, un patrimonio che contribuisce a disegnare il paesaggio del nostro territorio.

La Legge Regionale 9/2006 riconosce il pubblico interesse alla tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio geologico e promuove la conoscenza, la fruizione pubblica sostenibile, nell’ambito della conservazione del bene, e l’utilizzo didattico dei luoghi di interesse geologico, delle grotte e dei paesaggi geologici.

Le salse sono fenomeni caratterizzati dall’emissione di fanghi salati e acque melmose fredde, che si accumulano formando coni. Alla cima di questi coni, sono presenti gas e sostanze bituminose che ribollono in quantità variabili. Spesso vengono etichettate come manifestazioni “pseudovulcaniche”, in quanto condividono alcune similitudini con i fenomeni vulcanici, come la forma conica, una cavità sommitale a cratere, ribollimenti all’interno del cratere e l’emissione di materiali sotto forma di colate. Tuttavia, è importante notare che le salse non sono collegate a serbatoi di roccia fusa, caratteristica fondamentale dei veri fenomeni vulcanici.

Le Salse di Regnano sono un Geosito di rilevanza regionale caratterizzate da modesta ma continua attività lutivoma (emissione di colate fangose).

Si trovano in località Mizzone, Comune di Viano (RE).

Hanno una superficie totale di 2,33 ettari con una quota altimetrica che varia da  418 m a 430,7 m s.l.m.

Il panorama regionale

Le salse emiliane romagnole si dispongono lungo una fascia che attraversa la zona marginale dell’Appennino con orientamento nord-ovest – sud-est, interessando in special modo le aree reggiane e modenesi per poi attenuarsi nelle province di Parma e Bologna. Queste manifestazioni si sviluppano all’interno di formazioni geologiche argillose, argille plioceniche ed argille scagliose, inserendosi così in paesaggi generalmente privi di vegetazione e spesso caratterizzati da calanchi, profondamente incisi dall’azione erosiva delle acque.

L’origine del fenomeno delle salse

Le salse si formano grazie a correnti ascendenti causate dalla pressione di gas, in particolare idrocarburi gassosi.
Questo fenomeno è associato a depositi di idrocarburi che, entrando in comunicazione con la superficie del suolo attraverso fratture in terreni argillosi e marnosi, spingono e trascinano verso l’alto acque sotterranee o già legate al giacimento di origine e in genere salate o che vengono intercettate nella fase ascendente della massa fluida. Durante la risalita, le acque più profonde, arricchite dall’acqua delle falde freatiche più superficiali, diluiscono le argille portandole in superficie e depositandole attorno all’apertura, formando così il caratteristico cono delle salse.
La naturale emissione di gas metano dalle sacche sotterranee è causata dai movimenti di spinta della placca europea contro quella africana (sottoplacca Adria) che è all’origine della formazione del nostro Appennino e delle Alpi. Nascono così nel sottosuolo pieghe e faglie (fratture e scorrimenti verticali nello strato roccioso) con la creazione di condotti di collegamento tra il sottosuolo e la crosta superficiale. Lungo l’asse Montebabbio-Rondinara-Tabiano-Regnano-Casola è presente una di queste faglie: si spiega così l’origine delle Salse di Regnano e di Casola Querciola lungo questa linea.

Fattori che influenzano la frequenza e l’intensità del fenomeno

Le emissioni gassose si verificano di solito a intervalli irregolari, variando da alcuni secondi ad alcuni minuti, e la loro intensità e frequenza non è costante nel tempo: si alternano fasi di quasi calma a momenti di eruzione più abbondante e la variazione dell’attività eruttiva non segue una periodicità precisa, ma pare possa essere influenzata dai fenomeni come attività sismica, variazioni nella pressione atmosferica e volume di acqua nella falda freatica.

Il termine “Salsa” trae origine dalla presenza di salsedine (cloruro di sodio) nella fanghiglia, conferendole un sapore salato pari a 1/2-1/3 di quello marino; la scarsa e peculiare vegetazione nei dintorni testimonia la presenza di sale nel terreno.

I materiali emessi sono di natura gassosa, liquida e solida.

  • La fase gassosa è principalmente composta da metano (tra l’87% e il 96%) e, in misura minore, da idrogeno solforato. Questa fase funge da veicolo principale per il trasporto verso l’alto degli altri componenti liquidi e solidi.
  • La fase liquida è costituita da acque profonde, spesso legate alla struttura del giacimento di origine. Queste acque sono comunemente mescolate ad acque di falda superficiali e vadose. Durante l’emissione, l’acqua è accompagnata da fluidi bituminosi, come il petrolio, visibili attraverso la formazione di anelli concentrici bruno-nerastri o veli iridescenti sulla superficie del fango.
  • La fase solida è prevalentemente composta da materiali argillosi trascinati verso l’alto dai gas e dalle acque durante il passaggio attraverso formazioni plioceniche e caotico indifferenziato.

La granulometria della fanghiglia è prevalentemente limo-argilloso-sabbiosa, contenente sali come cloruri di sodio e potassio sotto forma di veli biancastri e polverulenti.
I prodotti emessi sono fortemente alcalini, con pH superiore a 8,5 che talvolta raggiunge valori estremi (9,2 – 9,5).
L’attività di emissione consiste in colate di fango salato che, col passare del tempo, si solidificano attraverso l’evaporazione dell’acqua, creando il caratteristico cono con al centro una cavità crateriforme. In questa cavità, si accumula sempre un po’ di fango che occasionalmente ribolle a causa del gas in risalita; in presenza di un gorgoglio intenso, si verifica una fuoriuscita di fango.

Le Salse di Regnano costituiscono un ambiente botanico affascinante e peculiare, caratterizzato da una vegetazione mioalofila, cioè adattata a crescere su suoli fangosi e salini.
Le piante che prosperano nelle argille vicine alle emissioni fangose si sono infatti adattate a due principali condizioni ambientali:

  • le peculiari proprietà colloidali delle particelle argillose;
  • le fluttuazioni nelle concentrazioni di solfati e cloruro di sodio nell’acqua del suolo.

La prima condizione è costante e contribuisce a rendere il terreno arido, mentre la seconda è soggetta a variazioni periodiche nell’intervallo compreso tra 0,1 e 10 g/l.

Il terreno delle Salse è solcato da canali contenenti fango salato, dove emergono chiaramente associazioni come Agropyron pungens e Atriplex patula var angustifoglia. Tra le specie presenti, si trovano spesso Polygonum aviculare, Cynodon dactylon e Aster linosyris. Inoltre, la presenza di Inula Viscosa offre una splendida fioritura gialla che si estende da agosto a ottobre, con sovrapposizione di fioritura e fruttificazione da settembre in avanti sulla stessa pianta.

Il difficile rapporto tra piante e sale

Le concentrazioni di cloruro di sodio nel suolo superiori all’1% risultano tossiche per la maggior parte delle piante. Tuttavia, alcune piante, chiamate alofite, hanno sviluppato adattamenti per prosperare su terreni salini o alcalini o in presenza di acque salmastre.
Per crescere in modo ottimale, queste piante necessitano di una concentrazione di sale nell’ordine dell’1-2% e sono caratterizzate da elevata resistenza alla siccità, capacità di assorbire acqua a bassi potenziali, accumulo di sali nei tessuti o espulsione di essi tramite specifici apparati ghiandolari, riduzione della intensità della traspirazione e resistenza a notevoli assorbimenti di sodio.

Le piante che prosperano nelle Salse di Regnano non solo si sono adattate alla tolleranza del sale (piante alofile), ma sono anche adattate a climi e suoli aridi (piante xerofile).

LLe salse sono uno spettacolare fenomeno geologico consistente nella fuoriuscita dal terreno di fango, acqua salmastra, gas e altri idrocarburi.
I gas presenti nel sottosuolo si insinuano tra le faglie geologiche profonde, intercettano il fango e, abbassandone la densità, ne favoriscono la risalita.
Questi fanghi, salati, vengono chiamati “salse” poiché l’acqua utilizzata per la loro formazione non è atmosferica, bensì di origine marina, intrappolata nel sedimento argilloso.
Le principali salse dell’Emilia Romagna includono quelle di Regnano nel territorio reggiano e quelle di Nirano e Montegibbio nel territorio modenese.

I primi studi pionieristici sulle salse emiliane risalgono al XV secolo, grazie al letterato Francesco Ariosto e successivamente, nel Cinquecento, grazie agli studi condotti da diversi medici, tra cui Gerolamo Cardano.
Dal XV al XVIII secolo, si credeva che il petrolio presente nei fanghi avesse proprietà curative e quindi le salse venivano utilizzate per scopi medicinali. Oggi può sembrare assurdo, ma occorre considerare i notevoli progressi compiuti dalla scienza e dalla medicina nel corso del tempo.
Le prime ricerche significative sulle salse di Regnano vennero condotte tra il Seicento e il Settecento. Il primo studioso ad interessarsene fu Antonio Vallisneri, che le descrisse nel 1694 e, successivamente, Lazzaro Spallanzani condusse approfondite ricerche su di esse.

Ulteriori studi vennero condotti anche nell’Ottocento a seguito di due eruzioni di grande portata.
La morfologia attuale dei depositi di salsa (camìni, crateri e colate) dipende dall’equilibrio tra il flusso di fango emesso e l’azione dell’acqua piovana.
I coni possono crescere in altezza se il fango fuoriesce più velocemente di quanto l’acqua piovana ne porti via e di conseguenza possono cambiare nel corso del tempo.
Quelli di Regnano, per esempio, sono arrivati a diversi metri di altezza.

1 ottobre 1790 Lazzaro
Fonte «Onoranze a Lazzaro Spallanzani nel II Centenario dalla nascita», 1929

Si ritiene che in passato l’attività delle salse vianesi fosse più intensa di oggi e, addirittura, nel Settecento ci furono eruzioni parossistiche caratterizzate da getti di fango che raggiunsero le chiome degli alberi. Inoltre, durante tali eruzioni, il terreno presentava significative fenditure verticali.
Durante una di queste eruzioni, il medico e studioso Domenico Gentili accese con una fiamma i gas espulsi dai coni, dando vita a una quarantina di «fontane luminose». Si dice che anche di notte le salse fossero illuminate a giorno e tale spettacolo durò quasi due settimane, portando sul posto molte persone. Anche nell’Ottocento ci furono eruzioni importanti e l’abate Antonio Ferretti annotò che nel 1873 il cono principale delle salse di Regnano raggiunse un’altezza di 7 metri.
Nella prima metà del Novecento si verificarono ancora eruzioni significative, tra cui quella documentata dal dott. Luigi de Buoi nel 1930, durante la quale il fango fu catapultato a una decina di metri di altezza e la colata raggiunse una lunghezza di 60 metri e una larghezza di 90 metri. Il cratere principale si innalzò fino a 4 metri e i boati furono uditi dalla gente del luogo anche a qualche chilometro di distanza.
Come ogni fenomeno geologico, le salse attraversano un processo evolutivo che si articola in una fase iniziale, una fase di crescita, una fase senescente e, alla fine, purtroppo, la loro scomparsa.

Nonostante l’attuale attività delle salse di Regnano non sia paragonabile a quella del passato, esse conservano un ruolo di rilievo come uno degli eventi geologici più significativi dell’Emilia-Romagna.
Le colate di fango possono estendersi fino a raggiungere gli 80 metri di lunghezza, creando un impatto suggestivo e pittoresco sul territorio circostante.
Grazie alla presenza delle salse, la località di Regnano assume un aspetto unico e affascinante.
Pertanto, si invitano calorosamente tutti i visitatori ad ammirare e rispettare questo luogo, che da secoli attrae studiosi e scienziati, contribuendo alla comprensione e all’apprezzamento di uno dei fenomeni naturali più suggestivi della regione. 


A lato potete visionare l’e-book realizzato dai bambini e bambine della pluriclasse 3°/4° della Scuola Primaria di Baiso assieme alla loro insegnante Paola Buzzi che nell’anno scolastico 2023/24 si sono concentrati sullo studio del fenomeno delle Salse visitando e mettendo a confronto le Salse di Regnano e le Salse di Nirano.
E-book visibile a questo link:
https://read.bookcreator.com/7BZ69NZQ1mNAbKC9xefcJciRkcD2/a-VqTr4tRTqZRF3bQhMPIA



Testi e grafiche parte geologica e naturalistica: 
Matteo Benevelli e Debora Lervini
, Naturalisti CEAS Terre Reggiane – Tresinaro Secchia

Testi e ricerche parte storica: 
Marco Montipò
, Studioso di storia locale


Progetto finanziato con il contributo della Legge Regionale 9/2006

Norme per la conservazione e valorizzazione della geodiversità della Regione Emilia-Romagna e delle attività ad essa collegate
Anno 2024

Link al sito dei Geositi della Regione Emilia-Romagna:
https://geo.regione.emilia-romagna.it/schede/ geositi/