I Gessi Messiniani

I Gessi Messiniani

21 Settembre 2023 0 Di Matteo Benevelli

Dai giorni sorsi si è fatto un gran parlare della splendida notizia riguardante i Gessi e le grotte dell’Appennino emiliano-romagnolo che entrano ufficialmente nella lista dei beni naturali del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Un ‘premio’ che tocca quattro province, quelle di Reggio Emilia, Bologna, Ravenna e Rimini, e porta a 16 i siti Unesco riconosciuti a vario titolo in Emilia-Romagna.

La decisione è stata presa dal Comitato internazionale dell’Unesco riunito a Riyad, in Arabia Saudita.

Per il reggiano si è parlato tantissimo dei gessi Triassici, che sono un po’ il bigliettino da visita più scenico e accattivante di questo titolo di pregio mondiale.

Ma abbiamo anche un secondo sito che entra ufficialmente nei patrimoni UNESCO e parliamo dei più bistrattati Gessi Messiniani della bassa Collina reggiana. Un sito Unesco a due passi dalla Città.

Noi siamo sempre piuttosto “alternativi” e vogliamo puntare i riflettori anche su questo sito.

Ma di cosa si tratta?

I “gessi messiniani” sono rocce sedimentarie che prendono il nome dal periodo geologico noto come Messiniano, che si è verificato circa 5,3-7,2 milioni di anni fa nell’era del Neogene. Questo periodo è caratterizzato da eventi climatici significativi, tra cui la chiusura parziale del Mar Mediterraneo, creando un ambiente marino parzialmente o completamente prosciugato.

I gessi messiniani sono depositi sedimentari formatisi in questo ambiente particolare. Sono composti principalmente da gesso, una roccia sedimentaria solubile formata da solfato di calcio idratato. Questi depositi di gesso sono spesso associati a evaporiti, che si sono formati quando l’acqua marina si è gradualmente evaporata a causa delle condizioni aride del periodo Messiniano.

L’evento di prosciugamento parziale del Mar Mediterraneo, noto come la “crisi di salinità messiniana,” ha avuto un impatto significativo sull’ambiente e sulla fauna marina. Durante questo periodo, il Mediterraneo divenne un’enorme depressione con un clima secco e desertico a causa della chiusura dello Stretto di Gibilterra. Quando le acque marine tornarono a riempire il bacino, ciò portò a importanti cambiamenti ambientali e biologici.

Tornando al reggiano, sulla Pedecollinare tra Scandiano, Albinea, Viano e Vezzano sul Crostolo, questi gessi affiorano alla luce e sono ben visibili.

Similmente ai Gessi bolognesi e romagnoli, ma su scala più limitata, i Gessi Reggiani presentano un paesaggio caratterizzato da scogliere, doline, gole e numerose grotte (circa quaranta), all’interno delle quali si sviluppa un complesso sistema idrologico praticamente invisibile dall’esterno. Gli affioramenti gessosi sono circondati a valle da depositi prevalentemente argillosi risalenti al Pliocene e sono protetti a monte da una dorsale di roccia calcarea e marnosa, con intervalli di arenaria, facente parte del complesso delle “Argille Scagliose”.

Nello scandianese abbiamo il primo affioramento della vena che si trova sul fianco occidentale del monte Evangelo nei pressi del Monte del Gesso (appunto). Questa zona è stata ampiamente sfruttata nei secoli scorsi per la produzione della calce e i resti delle fornaci dei cementifici sono ancora ben conservati nei pressi.

Qui la vena attraversa il torrente Tresinaro (che ne modella le forme) e si porta verso il territorio di Albinea.

Nel comune di Albinea abbiamo splendidi esempi di doline e la famosa “Tana della Mussina” sotto il castello di Borzano. Spostandoci verso occidente la vena prosegue toccando il territorio del Comune di Viano poco a nord della bellissima salsa di Casola Querciola. In fine, a Vezzano sul Crostolo, la vena incontra il torrente Crostolo. Qui sono ancora visibili le cave e i resti industriali degli scavi. Un lungo sistema di grotte percorreva il sottosuolo per l’estrazione della roccia.

In allegato vi postiamo delle immagini nei pressi del geosito dei Gessi del Comune di Scandiano dove il gesso incontra il Tresinaro e dove si può vedere la “Grotta della Volpe” sulla riva sinistra del torrente nei pressi di Jano.

Leggi anche il post del Sindaco di Scandiano Matteo Nasciuti: https://www.facebook.com/Nasciutisindaco/posts/pfbid02rxgDGptVVCZSSE1L8pQze6rfFYWqQApE7Ek5cjhewNBdXDjDV2aek9yLY6jPVriol