Passeggiata col Naturalista: Villa Spalletti

Passeggiata col Naturalista: Villa Spalletti

25 Marzo 2019 0 Di Matteo Benevelli

Nella giornata di domenica 24 marzo si è svolta l’ultima camminata del nostro calendario “invernale” presso la rinomata “Villa Spalletti” di San Donnino di Liguria. Più che di inverno si potrebbe parlare d’estate date le temperature, ma ciò ha fatto non poco piacere ad i molti partecipanti.

160 per la precisione sono stati i partecipanti che non hanno perso l’occasione di visitare il gigantesco parco di 33 ettari della Villa. Un’occasione che non si presenta molte volte, ma che il Conte Giuseppe Spalletti vorrebbe aumentare per il futuro.

Le nostre tre guide sono state affiancate da una collega, Annalisa, che cogliamo l’occasione per ringraziare dell’indispensabile aiuto offertoci per gestire il grande gruppo di partecipanti.

Dopo un ritrovo nei pressi della “Cavallerizza” il gruppo ha iniziato ad adentrarsi nel Parco per osservare il risveglio delle piante dopo l’inverno, che quest’anno non è stato particolarmente rigido. Prime fioriture e prime foglioline sugli alberi, per non parlare degli animali che ovviamente si sono mantenuti a distanza di sicurezza… ma che spesso si mostravano a noi.
Lepri, Fagiani, Picchio Verde, Cornacchie, Cigni, Germani Reali, Oca Egizia, … per citarne alcuni.

A questa uscita d’inizio primavera potrebbe seguirne una in versione autunnale per poter godere a pieno del fogliage e dei colori caldi di cui si vestono gli alberi della tenuta in quel periodo, ma ne riparleremo alla fine dell’estate prossima.

Lo stile del Parco è inglese, pertanto la natura è lasciata libera di crescere indisturbata senza forzature imposte dall’uomo, contrariamente allo stile italiano dove le siepi e le piante vengono scolpite dalla mano dei giardinieri. Abbiamo attraversato scenari suggestivi creati da architetti del paesaggio del passato, compiendo un viaggio tra ambientazioni alpine, esotiche, elleniche ed asiatiche.
I fasti del passato sono stati offuscati dai disastri causati dalla Seconda Guerra Mondiale, ma un Parco di queste dimensioni lasciato in uno stato di “apparente abbandono” è un vero e proprio patrimonio per la biodiversità della Pianura Padana, uno scrigno di tesori da tutelare e conservare, una vera oasi di riposo e tranquillità non tanto per l’uomo, ma anche per la fauna selvatica.